Alcuni rimandi dei terapeuti che hanno fatto le precedenti formazioni sulle Carte delle Emozioni: Negli scorsi mesi abbiamo chiesto ai partecipanti delle prime due edizioni della formazione esperienziale sulle Carte delle Emozioni di mandarci alcuni rimandi su come e quanto stavano usando le Carte all’interno della loro pratica terapeutica. Di seguito ne condividiamo alcuni.
Uno strumento efficace da subito
Ho utilizzato fin da subito le carte delle emozioni che sono state un valido mezzo per arrivare con più efficacia al sistema emotivo dei pazienti.
Spesso ho osservato reazioni di stupore nel momento in cui la persona si rendeva conto che dentro di lui circolavano molte più emozioni di quante credesse.
Le sento molto spendibili nel mio lavoro clinico, anzi ho avuto subito la sensazione che, seppur le emozioni rappresentassero una costante nei miei scambi con i pazienti, poterle “maneggiare concretamente”, scegliere, sfogliare, fosse proprio un arricchimento e consentisse una piacevole apertura ad ulteriori esplorazioni.
Ho iniziato a utilizzarle sin da subito e ho riscontrato quanto mi abbiano aiutato nell’esplorare in modo più efficace il mondo emotivo del paziente. Laddove non c’erano parole che potessero descrivere le sensazioni, i vissuti emotivi, le carte hanno aiutato a trovarle e a permettere al paziente di mentalizzarle, portarle alla coscienza.
Le carte delle emozioni nel setting clinico
Trovo che le carte offrano un aggancio ad una narrativa diversa, diventando uno spunto per cambiare posizione verso sé stessi e verso il mondo.
Le carte mi hanno permesso di dare un volto e una concretezza al sentire del paziente. Sono state la porta per l’accesso al sentire e hanno permesso di fermarsi.
Utilizzo prevalentemente le carte con i pazienti che fanno molta fatica a riconoscere/connettersi con le emozioni, quindi pazienti piuttosto difficili. In generale le carte vengono accolte bene, e permettono di identificare e nominare le emozioni che sono in azione. A volte permettono di fare emergere le altre emozioni nascoste da una emozione molto forte, che occupa tutto lo spazio (per esempio la vergogna o la tristezza, nascoste dalla rabbia).
Utilizzo le carte delle emozioni nelle situazioni in cui il paziente ha bisogno di fare chiarezza, compiere una scelta o lavorare su una situazione specifica e c’è il bisogno di fare un lavoro più “di pancia” che “di testa”.
Uno strumento versatile in presenza di blocchi emotivi
Ho spesso utilizzato le carte quando sentivo nel paziente un blocco. La maggior parte ha accolto molto favorevolmente di “giocarci” ed era emozionante vedere come si concentravano nel guardare le carte da scegliere.
Credo che la caratteristica più importante per me (sintetizzando tantissimo), sia la plasticità di questo strumento: per esempio se si sperimenta un blocco, la carta dà la possibilità di lasciarsi suggestionare da una immagine o parola che non arriva da dentro di sé;
Noto che le carte permettono spesso di aggirare le difese ma con delicatezza, e aiutano laddove vi sono blocchi con utilizzo di strategie razionalizzanti e rimuginii, che in questo modo vengono alleggeriti.
Uno strumento efficace nelle terapie di gruppo, familiari e di coppia
In gruppo lo utilizzo nella fase iniziale e conclusiva come momento che fotografa lo stato del gruppo, rompe il ghiaccio e permette una condivisone semplice e puntuale del vissuto.
Ho trovato efficace l’utilizzo delle carte (…) nell’incontro familiare, per esplorare le emozioni di ciascuno nel conflitto e permettere a tutti di essere ascoltati dai familiari, (sia negli) incontri di coppia, sia per far parlare il sistema rispetto a un impasse (…) sia per permettere di esprimere le emozioni individuali.
Le trovo uno strumento molto efficace nel gruppo per dare voce alle emozioni in diversi momenti della vita: le ho utilizzate nei percorsi di accompagnamento alla nascita sia nel gruppo allargato che nei piccoli gruppi (mamme e papà) e hanno dato modo ai partecipanti di creare un filo del viaggio emotivo nei diversi mesi.
Un aiuto prezioso anche per il mondo emotivo del terapeuta
Le carte sono molto utili nella mia attività clinica: le uso in maniera programmata durante un percorso o all’improvviso in seduta, quando si verifica un blocco nel processo relazionale o di introspezione del paziente, o ancora quando sono stanca e ho necessità di cambiare canale di esplorazione.
Molto spesso le carte aiutano me, in quelle circostanze in cui sento il bisogno di stare, oppure quando sono in un impasse. Sono utili anche quando la seduta sta prendendo una piega troppo discorsiva, e c’è bisogno di introdurre qualcosa di introspettivo per cambiare il piano di interazione.